Chiamata soccorsi
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Gli incidenti in montagna: come chiamare i soccorsi?
Questo breve e semplice articolo desidera offrire alcune indicazioni in merito alle modalità di allertamento dei soccorsi in caso di "incidente" in montagna. E' ovvio che l'articolo non ha la presunzione di completare il quadro delle indicazioni utili all'escursionista, in quanto a questo dovrebbe essere accompagnato un buon corso di formazione ed una esperienza sul campo. Lo scopo è però quello di diffondere una "cultura" della sicurezza, magari poco utile nel "curare", ma sicuramente fondamentale per "prevenire".
Quando chiamare i soccorsi in montagna
Possono configurarsi, nella pratica dell'escursionismo e dell'alpinismo (nonché della raccolta di funghi o della semplice "passeggiata") le seguenti situazioni:
- Caduta con traumatismo tale da comportare l'impossibilità al rientro autonomo (ad esempio una frattura od una distorsione)
- Caduta da precipitazione con lesioni tali da determinare rischio per la vita stessa (od addirittura la morte prima dell'arrivo dei soccorsi)
- Patologie mediche come ad esempio svenimento (sincope), grave esaurimento psico-fisico, dolore toracico (!) soprattutto in soggetti anziani o cardiopatici, aritmie cardiache, colpo di calore o di sole etc. (rimandiamo ad un prossimo articolo)
- Disorientamento spaziale con impossibilità al rientro alla "base" (in sostanza ci si è persi e non si è in grado di rientrare in tempi utili ed in sicurezza)
In tutti questi casi è opportuno contattare i soccorsi per ottenere aiuto.
Gli strumenti tecnici per effettuare la chiamata
- Telefono cellulare: condizione base per la chiamata via cellulare è la presenza di una rete telefonica che copra l'area in cui ci troviamo. In certi casi è sufficiente un modesto spostamento di luogo od una breve attesa per riuscire ad effettuare almeno una chiamata ai numeri di soccorso. E' opportuno informarsi sempre, prima dell'escursione, sul dato di copertura cellulare dell'area interessata
- Telefono satellitare: permette di chiamare da qualsiasi luogo alpino, tramite un apparecchio specifico (e costoso) che pochi possiedono, ma che garantisce una copertura pressoché mondiale (a costi di chiamata medio-elevati)
- Apparato radio (previa autorizzazione ministeriale) alle seguenti frequenze radio: RADIO VHF Canale 16 156.800 MHz; CB Canale 9 o 19, PMR (Personal Mobile Radio) al Canale 8; LPD (Low Power Devices) Canale 8; VHF 160 frequenza 161.300 MHz
- Colonnine di emergenza (ove previste)
- Segnali internazionali di Soccorso Alpino: inviare un segnale acustico e/o luminoso ogni 10 secondi per 6 volte (un minuto dunque), attendere un ulteriore minuto in silenzio, ripetere 1 segnale luminoso e/o acustico ogni 10 secondi per 6 volte; ripetere la procedura sino ad ottenimento della seguente risposta: 1 segnale acustico e/o luminoso ogni 20 secondi per 3 volte, intervallato da 1 minuto di pausa, quindi ripetuto
- Nel caso in cui non sia possibile eseguire alcuno di questi metodi di chiamata (cosa peraltro molto spesso inverosimile) rimane, ovviamente, il contatto personale al rifugio più vicino o al paese/abitato più prossimo
Il telefono prende! Che numero chiamare?
In Italia il numero di soccorso 118 sta per essere finalmente soppiantato dal Numero Unico di Emergenza (N.U.E.) che, almeno in Regione Lombardia, è già attivo, contattando il numero telefonico 112. In altre regioni italiane è ancora presente (e rimane comunque attivo anche in Lombardia) il numero oramai noto 118.
Ma in altri paesi che numero telefonico digitare? In Germania il 112, in Austria l'144 od il 112 (N.U.E.), in Svizzera il numero 144 od il Servizio REGA 1414 (solo se iscritti alla REGA), in Slovenia il 112, in Francia il 15 od il 112 (N.U.E.)
Interagire con l'operatore di soccorso
L'operatore del soccorso ci guiderà con delle opportune domande per ottenere informazioni sullo stato del "paziente" e sul luogo in cui ci troviamo. Pertanto sarebbe opportuno iniziare, prima della chiamata, ad appuntarsi alcune informazioni.
- Paziente: età e sesso, tipo di infortunio ("E' caduto da sei metri", "E' svenuto", "E' inciampato e mi sembra che si sia rotto una gamba"); se è cosciente oppure no (cioè se parla o se interagisce con noi, oppure se non risponde ad alcuno stimolo); se respira e se si muove. Dovremo poi riferire il numero dei pazienti (purtroppo non è sempre vero che a farsi male è soltanto una persona..)
- Luogo: dove ci troviamo, cercando di essere il più precisi possibile. Fornire le coordinate GPS solo se assolutamente certi (un piccolo errore di lettura può comportare un grave errore di ricerca del luogo da parte dei soccorsi), mentre è irrinunciabile fornire indicazioni geografiche ("Ci troviamo sulla traccia di sentiero che dal Rifugio Chiavenna sale al Pizzo Stella, più o meno a 2750 metri", oppure "Stiamo percorrendo la Direttissima alla Grignetta, ed abbiamo appena superato la scala del Caminetto Pagani"). Descrivere poi ciò che ci circonda e quello che vediamo direttamente
- Meteo: intenendo la visibilità (nebbia, nuvole basse), le eventuali precipitazioni (neve, pioggia) e la presenza di vento
- Quanti siamo, da quante persone è costituito il nostro gruppo e come siamo vestiti
Una volta effettuata la chiamata è necessario mantenere libero il canale telefonico/radio utilizzato in quanto è probabile che l'operatore ci ricontatti per ottenere ulteriori informazioni, fornirci indicazioni e per guidarci nel primo soccorso
Chi verrà inviato per soccorrerci?
Il servizio dedicato al Soccorso in Ambiente Alpino (o Speleologico) è il CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). A giudizio dell'operatore del soccorso verranno inviate squadre appiedate (che ovviamente avranno bisogno di "tempo" per raggiungerci) o l'elisoccorso (se è giorno e le condizioni meteorologiche lo permettono). Potranno essere allertati anche i servizi speciali di soccorso dei Vigili del Fuoco (S.A.F.) o la Guardia di Finanza od altri corpi specializzati nei soccorsi in ambienti impervi.
Nel caso in cui dovessimo essere raggiunti dall'elicottero di soccorso è opportuno procedere come indicato nei seguenti punti:
- Togliere dalla zona tutto ciò che potrebbe essere sollevato dall'aria spostata dai rotori (molto forte!); chiudere gli zaini, togliere i cappelli, indossare degli occhiali protettivi
- Mantenersi ben visibili (eventualmente utilizzare i teli riflettenti od indossare vestiti colorati)
- Effettuare il segnale di soccorso "Si, siamo noi, siamo qui" appena sorvolati dall'elicottero; oppure, nel caso in cui non saremo noi a dover essere soccorsi (il pilota dell'elicottero non lo può sapere) effettuando il segnale "No, non per noi!" (vedi figura a lato)
Bene, per ora è tutto!
In un prossimo articolo parleremo invece più diffusamente delle modalità di soccorso primario all'infortunato ma, soprattutto, su come garantire la nostra ed altrui sicurezza nel soccorso a terzi!
Colonnina chiamata d'emergenza
Segni convenzionali per l'elicottero